Building Information Modelling (BIM): il modello alla base della digitalizzazione edile
Quando si parla di bersagli per i criminali informatici, il settore edile non è di solito in cima alla lista. Tuttavia, dietro un progetto edile gestito in BIM si nasconde una quantità sorprendente di informazioni riservate: disegni strutturali, modelli tridimensionali, dati sugli impianti, cronoprogrammi di cantiere, contratti, certificazioni e credenziali di accesso ai sistemi.
L’introduzione del BIM – Building Information Modelling –, ha trasformato questi dati in un modello digitale complesso e integrato, dove ogni elemento dell’opera è collegato a informazioni dinamiche. È una rivoluzione che ha reso la capacità di progettare in BIM più efficiente e collaborativa, ma anche più esposta.
Con l’arrivo dell’Internet of Things (IoT), questa superficie di rischio si è ulteriormente ampliata. I sensori installati negli edifici, i sistemi di controllo remoto, le piattaforme cloud che gestiscono i flussi di dati e le applicazioni mobili usate nei cantieri hanno connesso tra loro mondi prima separati.
L’integrazione tra BIM e IoT crea oggi un ecosistema intelligente capace di monitorare in tempo reale consumi energetici, condizioni ambientali e prestazioni dell’edificio. Ma la stessa rete che consente questi vantaggi rappresenta anche un punto di ingresso potenziale per gli aggressori informatici.
Il progetto BIM diventa così non solo un archivio tecnico, ma un vero e proprio “hub informativo” che, se violato, può offrire accesso a segreti industriali, dati riservati o infrastrutture critiche.
Un attacco informatico al sistema BIM-IoT può bloccare la progettazione, compromettere la costruzione e perfino mettere a rischio la sicurezza fisica dell’opera.
Rischi e vettori di attacco nel modello BIM-IoT
La cybersecurity assume oggi un ruolo strategico nella gestione dei modelli BIM e dei sistemi IoT, perché le minacce non sono più ipotesi teoriche ma rischi concreti che colpiscono cantieri e infrastrutture reali.
Uno dei pericoli principali riguarda la manipolazione dei dati di progetto. Se un aggressore riesce ad accedere al modello digitale e modificare parametri fondamentali – per esempio le resistenze dei materiali o le coordinate di un impianto – il rischio non è solo la perdita di informazioni, ma errori di costruzione reali, con conseguenze potenzialmente disastrose.
A questo si aggiunge la violazione della privacy e della riservatezza. I dispositivi IoT installati negli edifici raccolgono dati continui su presenza, temperatura, consumi, accessi e abitudini. Queste informazioni, se intercettate o diffuse, possono rivelare abitudini operative o profili di utenti e dipendenti, esponendo l’azienda a rischi legali e reputazionali.
Gli attacchi alla rete che collega i sistemi BIM e IoT rappresentano un’altra minaccia crescente. Malware e ransomware possono bloccare i server dove risiedono i modelli BIM o compromettere i sensori di campo, impedendo il monitoraggio e la gestione degli impianti.
Infine, non va sottovalutato il fattore umano. L’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano evidenzia che il 75% dei responsabili IT italiani considera il comportamento del personale il principale punto di vulnerabilità. Sistemi obsoleti, password deboli o scarsa formazione rendono inutile anche la tecnologia più avanzata. E quando un errore umano si combina con una rete interconnessa come quella del BIM-IoT, le conseguenze possono essere immediate e gravi.
Strategie di protezione per un BIM-IoT sicuro
Proteggere il Building Information Modelling e i dispositivi connessi richiede un approccio integrato, che unisca tecnologia, processi e cultura organizzativa.
Il primo passo è la segmentazione delle reti: separare la rete che gestisce i sensori IoT da quella che ospita i modelli BIM riduce il rischio di propagazione di un attacco. Ogni dispositivo deve essere autenticato e costantemente monitorato, con aggiornamenti regolari del firmware e protocolli di crittografia per i dati in transito e a riposo.
Un altro pilastro è il controllo degli accessi. I modelli BIM contengono informazioni strategiche e devono essere consultabili solo da personale autorizzato. Implementare autenticazione multifattore e registrare tutte le attività di modifica o consultazione consente di individuare eventuali anomalie prima che diventino un incidente.
È poi essenziale assicurare la tracciabilità e l’integrità del modello attraverso sistemi di versionamento, firme digitali e hash di verifica. In caso di alterazioni, deve essere possibile risalire all’origine del problema e ripristinare versioni precedenti. Backup regolari, conservati in ambienti sicuri e separati, sono parte fondamentale di questa strategia.
Ma nessuna tecnologia può sostituire la consapevolezza umana. La formazione del personale coinvolto nella progettazione BIM e nella gestione IoT deve essere continua, pratica e specifica per il contesto edilizio. Comprendere le conseguenze di un errore, riconoscere un’email di phishing o configurare correttamente un sensore sono competenze oggi tanto importanti quanto saper leggere un disegno tecnico.
Norme, standard e prospettive per il futuro digitale del settore
Oltre alla protezione immediata, il professionista che opera nel campo della progettazione BIM deve tenere conto del quadro normativo in continua evoluzione.
A livello europeo, la Direttiva NIS2 – recepita in Italia nel 2024 – impone requisiti stringenti di sicurezza informatica per le infrastrutture critiche, che possono includere grandi opere, impianti e sistemi connessi basati su IoT.
Parallelamente, il Cyber Resilience Act, approvato dall’Unione Europea, stabilisce che tutti i prodotti digitali e i software immessi sul mercato, compresi i dispositivi IoT, debbano rispettare requisiti minimi di sicurezza per l’intero ciclo di vita.
Nel contesto nazionale, il Perimetro di Sicurezza Cibernetica e le linee guida AgID forniscono riferimenti chiari per enti pubblici e operatori privati coinvolti in progetti edilizi digitalizzati. L’applicazione di queste norme al mondo del BIM rappresenta la chiave per un salto di qualità culturale: la sicurezza non deve più essere percepita come un costo, ma come parte integrante della qualità del progetto.
In prospettiva, l’evoluzione dei digital twin e l’uso dell’Intelligenza Artificiale nella gestione dei dati apriranno nuove opportunità ma anche nuove minacce. La strada, dunque, è quella di un settore edile capace di progettare edifici intelligenti non solo dal punto di vista energetico e strutturale, ma anche digitalmente resilienti.
Perché in un mondo dove la connettività è la norma, la cyber security è il pilastro portante di ogni progetto BIM-IoT.