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Gas radon: rischi, obblighi normativi e valori di riferimento

Il gas radon, riconosciuto dall’OMS come sostanza cancerogena, è un agente chimico naturale che può mettere a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Gas radon: rischi, obblighi normativi e valori di riferimento
Tempo di lettura: 7 minuti

Indice dei contenuti

Cos’è il gas radon e perché è pericoloso

Il gas radon (Rn) è un gas radioattivo naturale inerte, risultante incolore, inodore e insapore ai sensi umani, derivante dal processo di decadimento dell’uranio presente nelle rocce, nel suolo e nei materiali edili. Le sue peculiari proprietà chimiche e la sua tendenza a risalire dal suolo per accumularsi negli ambienti chiusi o poco areati all’interno negli edifici lo rendono un pericolosissimo fattore di rischio per la salute umana.

La scienza ha confermato infatti che il radon è una sostanza cancerogena certa per l’uomo, classificato tra le centoventi sostanze del Gruppo 1 secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro dell’OMS (rappresenta il 40% circa della dose media annua di radiazioni assorbite dall’uomo), ed è considerato la seconda causa mondiale di tumore al polmone dopo il fumo di sigaretta.

Il rischio è esponenzialmente maggiore quando le concentrazioni di radon in un dato spazio restano elevate per lunghi periodi. Per misurare adeguatamente i livelli di concentrazione di questo gas all’interno di un edificio è necessario adoperare insieme:

  • dosimetri passivi, strumenti che rilevano la concentrazione di radon a lungo termine, utili per la valutazione media annuale;
  • rilevatori elettrici attivi, strumenti adatti al rilevamento in tempo reale della concentrazione di gas, utili per misurare l’evoluzione temporale e verificare l’efficacia di eventuali interventi di mitigazione.

Dove si trova il gas radon e come si diffonde negli ambienti

Il gas radon è un elemento naturale che si trova pressoché ovunque, ma con concentrazioni differenti in base al territorio geografico e alle sue caratteristiche, relativamente innocuo negli spazi aperti e ben areati. Tuttavia, penetrando soprattutto da infiltrazioni nel suolo o nelle pareti, questo gas rappresenta un serio problema per la salute quando si accumula in elevate concentrazioni all’interno di ambienti chiusi.

Le principali fonti di emissione del gas radon sono:

  • suolo e rocce, fonte d’origine del processo di decadimento dell’uranio che genera il gas naturalmente, con una concentrazione rilevante soprattutto nei terreni di origine vulcanica o granitica;
  • l’impiego di materiali edili derivati da rocce di origine vulcanica o magmatica (graniti, tufi, etc.), che possono mantenere tracce di uranio, dunque emettere radon;
  • l’utilizzo di acqua proveniente da falde acquifere sotterranee, pozzi o sorgenti, che può contenere tracce di radon disciolto e successivamente rilasciato all’interno di un ambiente quando l’acqua viene utilizzata (es. doccia, lavaggio dei piatti, etc.).

Le regioni italiane storicamente più esposte al rischio di gas radon sono Lazio, Lombardia, Campania e Friuli Venezia Giulia, che presentano aree con concentrazioni medie annue di gas radon particolarmente elevate. La concentrazione di radon dipende da:

  • proprietà geologiche dei terreni, specialmente quelli ad alto contenuto di uranio come rocce laviche e tufo;
  • diffusione di materiali edili che possono mantenere tracce di uranio, potenziali fonti d’emissione di radon, come il tufo vulcanico, il gesso e il granito;
  • caratteristiche costruttive, con maggiore rischio di concentrazione di gas radon negli edifici poco isolati dal suolo e con pavimenti o intercapedini a contatto diretto;
  • microclima locale e scarsa ventilazione degli ambienti, fattori che possono facilitare l’accumulo del radon.

Per quanto riguarda la diffusione del radon, mentre all’aperto il gas si diluisce in fretta nell’atmosfera e rappresenta un rischio minimo, negli ambienti chiusi la sua concentrazione può raggiungere livelli eccessivamente pericolosi a causa del ridotto ricambio d’aria e della presenza di:

  • crepe e fessure anche minime nei pavimenti e nelle pareti a diretto contatto con il terreno (es. cantine e piani terra) e giunzioni non ottimali tra pareti e pavimento;
  • passaggi impiantistici, ovvero aperture e cavità attorno a impianti (idrici, fognari, gas ed elettrici) che attraversano pavimenti o pareti;
  • ambienti vuoti al si dotto del pavimento non adeguatamente sigillati;
  • materiali porosi che contengono tracce di uranio e possono emanare radon.

La risalita del gas radon dal suolo è inoltre spesso favorita dal cosiddetto effetto camino (tiraggio termico), un fenomeno nel quale l’aria interna tende a riscaldarsi per risalire e fuoriuscire dai piani più alti, generando una pressione negativa nei piani bassi dell’edificio (seminterrati e piano terra), “aspirando” letteralmente l’aria carica di gas radon dal sottosuolo attraverso molteplici vie d’accesso, aumentandone dunque diffusione, accumulo e concentrazione negli ambienti interni.

Radon gas: quali rischi comporta per la salute

La totale impercettibilità di questo gas ai sensi umani, combinata alle capacità di penetrare da crepe, fessure e condotti impiantistici e permanere all’interno dei luoghi chiusi (in particolare sotterranei, semisotterranei e piani bassi), rendono il radon un nemico silenzioso e invisibile che mette a serio rischio la salubrità degli ambienti domestici e lavorativi, con conseguenze molto gravi per la salute nel lungo periodo.

Il rischio primario e più grave del gas radon per la salute umana, confermato anche dalle ricerche scientifiche approvate da OMS e IARC, è l’insorgenza del cancro al polmone.

Ecco come funzionano i meccanismi di danno del gas radon:

  • inalazione impercettibile del gas, che una volta inalato decade in particelle solide radioattive definite “figli del radon”, come il Polonio-218 e Polonio-214;
  • intossicazione dei tessuti polmonari con il deposito e l’attaccamento delle particelle radioattive sviluppate dopo l’inalazione;
  • decadimento continuo e rilascio di radiazioni ionizzanti a lungo termine, principale causa d’innesco dello sviluppo di tumori al polmone.

Il rischio del radon per la salute dei polmoni inoltre si moltiplica con il contemporaneo consumo di fumo di sigaretta: studi scientifici resi noti dall’Istituto Superiore di Sanità infatti evidenziano che per i fumatori il rischio di sviluppare un tumore polmonare può essere fino a 25 volte maggiore rispetto ai non fumatori, anche se esposti direttamente alla stessa concentrazione di radon nell’ambiente.

Il pericolo più preoccupante per la salute è dato dall’asintomaticità dell’esposizione al gas radon nell’immediato, almeno apparentemente. Il gas infatti non provoca né irritazione, né tosse né vertigini o altri sintomi solitamente riconducibili all’inalazione diretta di sostanze tossiche, ma al contrario manifesta i suoi danni solo a lungo termine, spesso anche dopo molti anni, proprio con l’insorgenza della patologia tumorale.

Per questi motivi, l’unico modo per conoscere e provare a contenere il più possibile il rischio è la misurazione periodica della concentrazione di radon negli ambienti chiusi, siano essi edifici a uso abitativo, lavorativo o scolastico, oppure cantieri con spazi non areati esposti al suolo o a potenziali fonti di emissione di radon (come, appunto, i materiali edili).

Quali sono gli attuali valori di riferimento per la concentrazione di gas radon

Anche se la scienza ha dimostrato l’inesistenza di una soglia di concentrazione di gas radon al di sotto della quale non si manifestano danni al sistema respiratorio, la legge è intervenuta per definire le principali linee guida per la sicurezza degli ambienti e i valori di riferimento da considerare come livello estremo tollerabile di concentrazione del radon.

Il Decreto Legislativo n.101 31 luglio 2020 è l’attuale norma in materia di radioprotezione, in recepimento della Direttiva Europea 2013/59/Euratom, che abroga il precedente decreto (D.Lgs. 230/1995) e stabilisce norme di sicurezza per la protezione dalle radiazioni ionizzanti in ambito lavorativo (medico, industriale, ricerca), pubblico e ambientale, con la definizione di importanti disposizioni per la gestione dei rifiuti radioattivi, la sicurezza degli impianti e la protezione dal radon.

La fonte determina i valori di riferimento relativi ai limiti massimi di concentrazione media del gas presso abitazioni e luoghi di lavoro (espressi in Bq/m³, cioè Becquerel per metro cubo):

  • per le abitazioni già esistenti il valore di riferimento è 300 Bq/m³;
  • per i luoghi di lavoro il valore di riferimento è 300 Bq/m³;
  • per le abitazioni di nuova costruzione (2025) il valore di riferimento è 200 Bq/m³.

Il datore di lavoro è obbligato a valutare il rischio radon nei luoghi frequentati usualmente dai propri lavoratori, misurando la concentrazione media annua in specifici ambienti (sotterranei, semisotterranei e piani terra) entro ventiquattro mesi dall’inizio dell’attività. Se la concentrazione di radon supera la soglia di riferimento di 300 Bq/m³, scatta l’obbligo di risanamento con l’attuazione di interventi e misure correttive idonee a ridurla e tenerla sotto controllo nel lungo termine:

  • ventilazione per migliorare aerazione e ricambio d’aria;
  • sigillatura di crepe e fessure strutturali;
  • depressurizzazione del sottosuolo;
  • isolamento della struttura.

La documentazione relativa alle misurazioni della concentrazione media di radon nei luoghi lavorativi e all’attuazione degli interventi di risanamento deve essere comunicata ai lavoratori più esposti al pericolo, impegnati in attività a rischio come installazioni sotterranee, miniere, estrazione di risorse dal sottosuolo e impianti idroelettrici.

Gas radon, le norme vigenti per tutelare la sicurezza sul lavoro

Sebbene la tutela della sicurezza sul lavoro, soprattutto nell’edilizia, sia incentrata su rischi più frequenti e impegnativi da gestire come gli infortuni dovuti a cadute o urti, è importante non sottovalutare i pericoli del gas radon.

Il D.Lgs.101/2020, in recepimento della Direttiva Europea 2013/59/Euratom che ha riscritto l’intera normativa sulla radioprotezione, ha aggiornato la disciplina italiana sul gas radon integrando e rafforzando gli obblighi per la sicurezza e salute dei lavoratori già introdotti dal D.Lgs. 81/08 (Testo Unico Sicurezza sul Lavoro).

Le novità principali riguardano:

  • la valutazione obbligatoria dell’esposizione e della concentrazione del radon in base ai livelli di riferimento per i luoghi di lavoro (300 Bq/m³);
  • l’introduzione di un Piano Nazionale d’Azione decennale (2023-2032) con il DPCM 11 gennaio 2024 per la riduzione del rischio da esposizione al radon indoor;
  • l’estensione della formazione periodica per dirigenti e preposti da tre a cinque anni.

L’adeguamento normativo ha comportato alcuni importanti obblighi per il datore di lavoro:

  • misurazioni annuali della concentrazione media di radon nei luoghi di lavoro con l’impiego di dosimetri e rilevatori elettrici;
  • valutazione periodica del rischio radon per aree geografica o attività, ripetuta ogni otto anni in condizioni normali (se la concentrazione media annua è inferiore a 300 Bq/m³) oppure ogni quattro anni in condizioni critiche (concentrazione superiore a 300 Bq/m³);
  • attuazione di interventi di risanamento e misure correttive entro due anni dalla valutazione critica (concentrazione di radon superiore alla soglia di 300 Bq/m³);
  • trasmissione dei dati dei lavoratori a rischio all’Archivio Nazionale degli Esposti, ossia il registro dei lavoratori soggetti al contatto con sostanze cancerogene;
  • conservazione della documentazione relativa alle misurazioni e agli interventi per un periodo di otto anni, integrandola nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) con l’uso di sistemi digitali;
  • comunicazione informata ai lavoratori su tutti i rischi legati al gas radon e misure di protezione specifiche da adottare.

Sicurezza Lavoro di Namirial, il software di prevenzione e gestione dei rischi

Per migliorare e semplificare le procedure di prevenzione e gestione di tutti i rischi sul lavoro nei cantieri, le imprese e i professionisti del settore edile hanno bisogno di strumenti come Sicurezza Lavoro di Namirial, la soluzione integrata e completa per gestire la sicurezza e la salute sul lavoro a trecentosessanta gradi, anche per rischi gravissimi come il gas radon.

Sicurezza Lavoro è un software progettato per supportare con praticità ed efficienza ogni aspetto della gestione dei rischi lavorativi e relativa documentazione, in conformità al Testo Unico della Salute e Sicurezza sul Lavoro e a tutte le integrazioni che ne approfondiscono materie speciali, come la disciplina aggiornata su radioprotezione e radon introdotta dal D.Lgs.101/2020.

Le funzioni del software includono:

  • gestione parametrizzata di tutti i rischi lavorativi, compresa l’esposizione a radon e altre sostanze cancerogene, con misurazioni dettagliate (rischio iniziale e rischio residuo) che tengono conto della probabilità, della gravità e delle misure di prevenzione attenuanti del rischio stesso;
  • conformità normativa sempre aggiornata alle più recenti fonti nazionali e direttive europee e internazionali, garantendo valutazioni sempre valide legalmente;
  • definizione delle corrette modalità operative per le mansioni maggiormente a rischio (nel caso del radon, lavoratori impegnati in attività minerarie e impiantistiche in ambienti sotterranei o interrati) direttamente nel Piano Operativo di Sicurezza;
  • generazione di piani di controllo delle condizioni ottimali dell’ambiente lavorativo (misurazioni periodiche della concentrazione di radon), di documenti di sopralluogo e attestati di non conformità (in caso di condizioni critiche dell’ambiente di lavoro con una concentrazione superiore a 300 Bq/m³) che evidenziano le azioni correttive da intraprendere.

Con Sicurezza Lavoro, parte della vasta gamma di soluzioni tecnologiche per l’edilizia di Namirial, le imprese edili possono integrare la gestione delle attività con una valutazione sempre attenta, precisa e aggiornata di tutti i rischi sul lavoro, grazie alle funzioni complementari di specifici moduli e add-on per il monitoraggio e la prevenzione di particolari pericoli per la salute dei lavoratori, tra i quali il gas radon.

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