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Impianti di evacuazione fumi e prevenzione incendi: linee guida per il trattamento delle aperture di smaltimento

Le aperture per lo smaltimento fumi rappresentano un elemento vitale nei sistemi di prevenzione incendi. Il loro corretto trattamento, in linea con normative specifiche, assicura un'efficace evacuazione di fumo e calore in caso di emergenza. Dimensionamento, sigillatura e manutenzione periodica di queste aperture sono indispensabili per la sicurezza.
Impianti di evacuazione fumi e prevenzione incendi: linee guida per il trattamento delle aperture di smaltimento
Tempo di lettura: 5 minuti

Indice dei contenuti

La prevenzione incendi rappresenta un elemento imprescindibile nella progettazione e gestione della sicurezza degli edifici, sia in ambito pubblico che privato. In questo contesto, un ruolo fondamentale è svolto dalla gestione dei fumi e del calore, una strategia che consente di migliorare l’efficacia dell’evacuazione degli occupanti e di agevolare l’intervento delle squadre di soccorso.

Nel Codice di prevenzione incendi (D.M. 03/08/2015 e s.m.i.), il tema dell’evacuazione fumi è trattato nel capitolo S.8, dove si definiscono i livelli prestazionali dei sistemi di controllo fumo e calore e le caratteristiche delle aperture di smaltimento.

L’evoluzione della prevenzione incendi ha portato a riconoscere la gestione dei fumi e del calore come un elemento imprescindibile nella progettazione e gestione della sicurezza degli edifici. Attraverso una corretta progettazione e manutenzione di tali sistemi, non solo si tutela la sicurezza delle persone e dei beni, ma si soddisfano anche i requisiti necessari per l’ottenimento o il rinnovo del certificato di prevenzione incendi (CPI), contribuendo alla piena conformità alle normative prevenzione incendi.

Il ruolo strategico dell’evacuazione fumi nella prevenzione incendi

In caso di incendio, i principali rischi non derivano solo dalle fiamme, ma soprattutto dalla rapida produzione di fumo tossico e caloreIl fumo, oltre ad essere opaco e irritante, compromette la visibilità, ostacola l’evacuazione e può causare asfissiaIl calore, invece, può provocare ustioni, favorire la propagazione dell’incendio e compromettere la stabilità strutturale dell’edificio.

Il Codice prevenzione incendi considera la gestione del fumo e del calore una delle strategie fondamentali per limitare i danni e proteggere le vie di esodo. La sezione S.8 introduce tre livelli di prestazione:

  • livello I: non prevede requisiti particolari;
  • livello II: richiede l’adozione di sistemi di smaltimento di fumo e calore d’emergenza per agevolare i soccorritori;
  • livello III: impone il mantenimento nel compartimento di uno strato libero dai fumi che permetta la salvaguardia degli occupanti e delle squadre di soccorso, nonché la protezione dei beni, se richiesta. I fumi e il calore generati nel compartimento non devono propagarsi ai compartimenti limitrofi.

Nel livello II, è centrale l’adozione di aperture di smaltimento, dispositivi che consentono l’espulsione rapida dei prodotti della combustione.

Le aperture di smaltimento di fumo e calore: definizione e funzione

Le aperture di smaltimento sono elementi costruttivi o impiantistici (lucernari, finestre, evacuatori), collocati principalmente in copertura o nella parte alta delle pareti perimetrali, che consentono la fuoriuscita di fumo e calore generati da un incendio.

Secondo il Codice, non sono destinate a intervenire durante l’esodo degli occupanti, ma a facilitare l’intervento delle squadre di soccorso nella fase successiva. Rientrano, quindi, tra le misure previste per il livello II di prestazione.

Le aperture si distinguono in diverse tipologie:

  • SEa: permanentemente aperte;
  • SEb: dotate di sistema automatico di apertura con attivazione asservita ad IRAI;
  • SEc: provviste di elementi di chiusura non permanente (es. infissi) ad apertura comandata da posizione non protetta;
  • SEe: provviste di elementi di chiusura permanenti (es. pannelli bassofondenti) di cui sia dimostrata l’affidabile apertura nelle effettive condizioni d’incendio (es. condizioni termiche generate da incendio naturale sufficienti a fondere efficacemente il pannello bassofondente di chiusura) o la possibilità di immediata demolizione da parte delle squadre di soccorso.

Il loro funzionamento efficace dipende da vari fattori: posizionamento, accessibilità, protezione da ostruzioni e compatibilità con altri impianti.

Requisiti funzionali e operativi delle aperture di smaltimento

Le aperture di smaltimento devono essere progettate e realizzate in modo tale da garantire l’efficace evacuazione di fumo e calore da tutti gli ambienti del compartimento interessato. È fondamentale che i prodotti della combustione, una volta espulsi, non interferiscano con le vie di esodo né favoriscano la propagazione dell’incendio verso altri locali, piani o compartimenti adiacenti.

Per assicurare la piena funzionalità nel tempo, le aperture devono essere protette da ostruzioni accidentali che potrebbero verificarsi durante il normale esercizio dell’attività (es. presenza di arredi, attrezzature mobili, depositi temporanei).

È inoltre necessario che siano presenti indicazioni operative specifiche per la gestione delle aperture in fase di emergenza, in coerenza con quanto previsto dal Capitolo S.5 del Codice di prevenzione incendi.

Le aperture devono essere conformi a una delle tipologie di impiego precedentemente indicate e, sulla base degli esiti della valutazione del rischio, è opportuno che una porzione della superficie utile complessiva sia costituita da dispositivi di tipo SEa, SEb o SEc, ovvero aperture attivabili manualmente o automaticamente.

È importante osservare che la presenza esclusiva di aperture collocate in posizioni difficilmente accessibili rappresenta un fattore di rischio aggiuntivo, che il progettista deve valutare attentamente in sede di analisi del rischio incendio.

Il calcolo delle superfici di smaltimento secondo il Codice

Uno degli aspetti più tecnici – e talvolta controversi – riguarda il dimensionamento delle superfici di smaltimento. Il Codice di prevenzione incendi, in particolare nella Tabella S.8.5.2, stabilisce che tale dimensionamento debba basarsi sul carico d’incendio specifico, e non sulla quantità stimata di fumo o sulla geometria dell’ambiente.

La scelta di questo parametro energetico si giustifica con il fatto che le aperture sono progettate per agire dopo la fase di esodo, ovvero in una fase avanzata dell’incendio, quando la produzione di calore è proporzionale al materiale combustibile presente.

Questo approccio, sebbene possa apparire semplificato, ha il vantaggio di offrire un criterio oggettivo e verificabile, applicabile in modo uniforme. È comunque lasciata al progettista la possibilità di adottare soluzioni alternative, eventualmente più adatte a specifici scenari d’incendio o basate su dispositivi con prestazioni superiori.

La superficie utile SE può essere suddivisa in più aperture. Ciascuna apertura dovrebbe avere forma regolare e superficie utile ≥ 0,10 m2.

Riportiamo di seguito la tabella S.8.5.2

Tipo di dimensionamento Carico di incendio specifico qf SE [1] [2] Requisiti aggiuntivi
SE1 qf ≤ 600 MJ/m2 A/40
SE2 600 < qf ≤ 1200 MJ/m2 A · qf / 40000 + A/100
SE3 qf > 1200 MJ/m2 A/25 10% di SE di tipo SEa o SEb o SEc
[1] Con SE superficie utile delle aperture di smaltimento in m2
[2] Con A superficie lorda di ciascun piano del compartimento in m2

Verifica della distribuzione uniforme delle aperture di smaltimento

Le aperture di smaltimento dovrebbero essere distribuite uniformemente nella porzione superiore di tutti i locali, in modo da facilitare lo smaltimento dei fumi caldi dagli ambiti del compartimento.

L’uniforme distribuzione in pianta delle aperture di smaltimento può essere verificata imponendo che il compartimento sia completamente coperto in pianta dalle aree di influenza delle aperture di smaltimento ad esso pertinenti, imponendo nel calcolo un raggio di influenza roffset pari a 20 m o altrimenti determinato secondo le risultanze della valutazione del rischio.

Errori comuni nella progettazione e gestione delle aperture

Una progettazione efficace richiede attenzione a numerosi dettagli tecnici e gestionali. Non è raro riscontrare errori che compromettono la funzionalità delle aperture, anche in edifici nuovi o ristrutturati. I più frequenti includono:

  • ostruzioni permanenti o temporanee, come impianti, arredi o strutture che impediscono l’apertura o ne limitano l’efficacia;
  • comandi inaccessibili o mal segnalati, che ostacolano l’attivazione in caso d’emergenza;
  • manutenzione insufficiente, con guarnizioni usurate, accumuli di polvere, o malfunzionamenti dei sistemi di apertura;
  • posizionamento inadeguato, con dispositivi collocati troppo in basso o in zone non idonee allo smaltimento del fumo caldo.

Un controllo attento in fase progettuale e una gestione consapevole nel tempo sono essenziali per assicurare l’efficacia del sistema.

Certificato prevenzione incendi: requisiti documentali e obblighi progettuali

Nell’ambito della progettazione antincendio, le aperture di smaltimento di fumo e calore devono essere descritte con precisione all’interno della documentazione tecnica, specificando almeno:

  • le caratteristiche e la tipologia di realizzazione delle aperture;
  • la loro ubicazione planimetrica;
  • le modalità di gestione in emergenza, comprensive di eventuali logiche di attivazione, da integrare nel sistema di Gestione della Sicurezza Antincendio (GSA).

Qualora si adottino aperture di tipo SEb, SEc o SEd, il progettista è tenuto a descrivere nel dettaglio la parte di impianto o di meccanismo necessario al funzionamento in emergenza delle aperture e ad identificare gli accorgimenti impiantistici atti a garantire la prestazione in caso di emergenza.

Nel caso delle aperture SEe, devono invece essere fornite indicazioni sulla modalità di apertura automatica o immediata demolizione in condizioni di emergenza, coerenti con gli scenari d’incendio previsti.

In fase di SCIA antincendio, la documentazione da allegare al fascicolo tecnico dovrà consentire la verifica della conformità delle aperture rispetto al progetto di sicurezza antincendio e alla regola dell’arte, tenendo conto delle reali condizioni d’uso. Tale documentazione dovrà includere almeno:

  1. il progetto dei sistemi impiantistici (elettrici, pneumatici, meccanici o idraulici), ove previsti, necessari al funzionamento delle aperture in caso di emergenza, da ritenersi inclusi tra i sistemi o dispositivi rilevanti ai fini della sicurezza antincendio;
  2. una relazione tecnica con l’indicazione delle tipologie di materiali e componenti utilizzati;
  3. il manuale d’uso e manutenzione, relativo a tutte le aperture dotate di azionamento automatico o manuale, di intervento in caso di emergenza.

Una gestione completa e documentata di questi aspetti è indispensabile per agevolare il rilascio e il rinnovo del certificato di prevenzione incendi, assicurando la piena rispondenza del sistema alle normative di prevenzione incendi vigenti.

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