Infortuni sul lavoro: cosa fare per prevenire e gestire i rischi
Nel settore delle costruzioni e affini, la prevenzione e la gestione degli infortuni sul lavoro è un’importante questione di natura pragmatica che riguarda direttamente l’intera cultura organizzativa delle imprese edili.
Per chi lavora nei cantieri il rischio di infortunio, anche grave o con conseguenze irreversibili o mortali, è infatti sensibilmente maggiore rispetto ai lavoratori di altri settori considerati pericolosi. Secondo recenti dati pubblicati da INAIL e riportati da FeNEAL UIL, nel corso del 2024 gli infortuni registrati nell’edilizia sono cresciuti del +2,8%rispetto all’anno precedente, dato ancor più rilevante se confrontato con le profonde diminuzioni di infortuni registrati, per esempio, nell’industria automobilistica (-16,8%) e nella metallurgia (-7,7%).
Per prevenire e gestire i rischi di infortuni sul lavoro nell’edilizia è necessario sviluppare in modo capillare una cultura della sicurezza e della salute, fattori di primaria importanza la cui gestione deve coinvolgere ogni lavoratore.
Per farlo, il primo passo fondamentale è attenersi alle linee guida dettate dalle norme previste dal Testo Unico della Salute e della Sicurezza sul Lavoro, ovvero il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81,una fonte che rafforza i diritti costituzionali al lavoro, alla salute e all’integrità psico-fisica del lavoratore con l’introduzione di due principi chiave:
- principio di tutela, ossia l’obbligo per il datore di lavoro di valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza e redigere il Documento di Valutazione dei Rischi (o DVR), con l’obiettivo di eliminarli totalmente o ridurli ai minimi termini direttamente alla radice (ovvero azzerare il pericolo reale di infortunio rispetto al rischio potenziale);
- principio di informazione, ossia la necessità di coinvolgere pienamente i lavoratori nello sviluppo di una cultura della sicurezza condivisa e proattiva, specialmente con l’implemento costante di adeguata formazione.
È dunque dovere e responsabilità del datore di lavoro agire per migliorare prevenzione e gestione degli infortuni sul lavoro, mediante:
- pianificazione preventiva con la disposizione di strumenti chiave come il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), il Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC) e il Piano Operativo di Sicurezza (POS);
- valutazione e fornitura dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) più idonei per ogni lavoratore a seconda di ruoli, mansioni e rischi specifici;
- organizzazione ottimale dell’ambiente lavorativo a livello gestionale, garantendo la raccolta e l’archiviazione sicura della documentazione relativa a infortuni sul lavoro, il monitoraggio medico della salute dei lavoratori e la tempestività della comunicazione verso INAIL (per la denuncia dell’infortunio) e autorità sanitarie (per primo soccorso del lavoratore infortunato, prognosi e certificazione medica).
Infortuni sul lavoro INAIL: dati e statistiche sull’edilizia emersi dal Rapporto 2025
L’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) è l’ente pubblico italiano che regola e gestisce l’assicurazione obbligatoria per i lavoratori contro gli infortuni e le malattie professionali, erogando prestazioni economiche e sanitarie in caso di incidente fino a completa riabilitazione e conseguente reinserimento lavorativo. L’Istituto promuove anche attività di prevenzione e ricerche statistiche per monitorare lo stato delle cose in materia di fenomeni incidentali e infortunistici.
Alcuni dati interessanti riguardanti gli infortuni sul lavoro avvenuti nel settore delle costruzioni emergono dall’ultimo Rapporto INAIL 2025 per l’analisi decennale approfondita 2013-2022, evidenziando una situazione critica con oltre tre quarti degli incidenti registrati (talvolta mortali) riconducibili a tre principali modalità incidentali frequenti nei cantieri:
- caduta dell’infortunato (58,3%), principalmente cadute in piano oppure da attrezzature per lavoro in quota come ponteggi (39,9%), da tetti e coperture (30,6%);
- caduta dall’alto di oggetti o materiali pesanti (12,3%), soprattutto da macchine di sollevamento e trasporto (18,2%);
- perdita di controllo di veicoli da lavoro (7,5%), prevalentemente macchine di movimentazione terra (44,7%) e mezzi di sollevamento e trasporto (25,5%).
Le professioni più colpite secondo l’analisi sono muratori (30,8%) e operai edili specializzati (28,6%), soprattutto nella fascia d’età 55-64 anni.
I fattori causali degli incidenti in cantiere rivelano inoltre gravi criticità di natura procedurale e formativa:
- procedure erronee dei lavoratori (40,4%)dovute ad azioni estemporanee (58,7%) o pratiche abituali non sicure, ma tollerate (19,7%);
- carenza di formazione pratica (15,2%)e di aggiornamenti;
- ambienti lavorativi non tenuti a norma (18,6%)con evidenti mancanze nei sistemi di protezione e segnalazione di pericolo necessari;
- utilizzo scorretto delle attrezzature da lavoro (16,6%) e dei dispositivi di protezione individuale (13,8%), questi ultimi talvolta non forniti o non usati dai lavoratori.
Assicurazione per infortuni sul lavoro e risarcimento: dinamiche e passaggi fondamentali
L’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali presso l’INAIL è obbligatoria per legge. In caso di infortunio odi insorgenza di problemi di salute riconducibili all’attività lavorativa prestata, il lavoratore ha il dovere di darne immediata notizia al datore di lavoro, il quale a sua volta deve effettuare denuncia telematica all’INAIL entro 48 ore dalla ricezione del certificato medico se la prognosi supera i tre giorni lavorativi (24 ore in caso di infortuni mortali o molto gravi, con prognosi riservata e pericolo di morte).
Accertato e documentato l’infortunio sul lavoro, l’INAIL eroga all’infortunato un indennizzo che copre due principali aree:
- inabilità temporanea assoluta, ovvero trascorso il cosiddetto periodo di carenza (primi tre giorni di assenza dell’infortunato, a carico del datore di lavoro), dal quarto giorno di assenza dal lavoro in poi l’INAIL versa al lavoratore un’indennità sostitutiva della retribuzione, pari al 60% della stessa fino al 90° giorno e al 75% dal 91° giorno fino alla guarigione clinica;
- danno biologico permanente, ovvero una forma di indennità garantita dall’INAIL in caso di conseguenze gravi e permanenti per il lavoratore a seguito di un incidente sul lavoro; nello specifico, per menomazioni permanenti di grado tra 6-15%, l’INAIL eroga un indennizzo in capitale calcolato in base a specifiche tabelle e versato in un’unica soluzione, mentre per menomazioni di grado pari o superiori al 16% viene riconosciuta una rendita mensile vitalizia che comprende l’indennizzo per danno biologico e l’indennizzo per danno patrimoniale.
Il risarcimento complessivo dovuto per un infortunio sul lavoro segue tuttavia un doppio binario: l’indennizzo INAIL è infatti una tutela di base alla quale il lavoratore ha diritto, ma nel caso si accertasse la piena responsabilità del datore di lavoro nella genesi del fattore incidentale, per violazione delle norme di sicurezza o altre infrazioni, il lavoratore ha diritto alla richiesta di risarcimento del danno differenziale (o danno civile) al datore di lavoro a copertura del danno non indennizzato dall’INAIL (come il danno biologico sotto la soglia del 6%, il danno morale e il danno patrimoniale).
Il calcolo del danno differenziale consiste nella semplice sottrazione dell’indennizzo INAIL dal risarcimento complessivo dovuto, stimato secondo i criteri civilistici per infortunio o malattia professionale. Questo calcolo è importante perché determina se e quanto un infortunato può pretendere dal datore di lavoro, oltre quanto già percepito dall’ente previdenziale.
Ecco i passaggi fondamentali per determinare le forme di risarcimento per infortunio:
- calcolo del danno civile complessivo in base ai criteri civilistici, comprendendo quote di danno patrimoniale (cure mediche, mancato guadagno) e danno non patrimoniale (danno biologico, danno morale);
- determinazione dell’indennizzo INAIL, valore che varia in base alla percentuale di invalidità permanente:
- se inferiore al 6%, l’INAIL non eroga alcun indennizzo e il lavoratore può richiedere il risarcimento civile completo al datore di lavoro;
- se compreso tra il 6% e il 15%, l’INAIL versa un’indennità una tantum;
- se superiore al 15%, l’INAIL eroga una rendita vitalizia all’infortunato.
Eseguito il calcolo della sottrazione, è possibile determinare che:
- il danno differenziale corrisponde all’ammontare complessivo del danno civile se l’indennizzo INAIL è pari a zero;
- il risarcimento civile corrisponde al risultato della sottrazione se l’indennizzo è una somma unica versata una tantum;
- se l’indennizzo erogato è una rendita, bisogna distinguere la quota relativa al danno biologico da quella relativa al danno patrimoniale per determinare precisamente la detrazione da applicare e calcolare il danno differenziale.
Perché l’infortunio sul lavoro è un problema di cultura organizzativa: 4 ragioni chiave
L’infortunio sul lavoro non è solo il risultato di negligenza da parte del lavoratore o del suo datore di lavoro, oppure di una sfortunata fatalità, ma è una eventualità profondamente radicata nella cultura organizzativa di un’azienda in materia di salute e sicurezza.
La cultura della sicurezza è intesa come l’insieme di valori, atteggiamenti e comportamenti, condivisi all’interno di un team di lavoro, che determina come un’organizzazione gestisce i problemi di salute e sicurezza che ogni giorno possono verificarsi al lavoro. La sua assenza, o la scarsa attenzione rivolta verso queste tematiche importanti, può quindi dare origini a implicazioni dirette che inficiano la qualità delle prestazioni lavorative con il verificarsi di incidenti e infortuni anche gravi.
Di seguito, i quattro motivi principali per cui l’infortunio sul lavoro è da considerarsi come un problema di cultura organizzativa:
1. L’impegno “dall’alto” della leadership
Una solida cultura della sicurezza parte in primo luogo dalla direzione aziendale e dalla sua leadership. Se la sicurezza viene vista dall’impresa solo come un semplice obbligo di legge (ossia una spesa, possibilmente da minimizzare), anche i dipendenti la percepiranno come tale rispetto alla produzione; quando si chiude un occhio su infrazioni o comportamenti poco sicuri, come il mancato usodei dispositivi di protezione individuale (DPI) in cantiere, è chiaro chela produttività prevale sulla sicurezza. Al contrario, se salute e sicurezza assumono il ruolo di valori chiave a livello organizzativo (con particolare attenzione alla prevenzione e alla formazione) allora anche i lavoratori la percepiranno come priorità.
2. Comunicazione partecipativa e segnalazioni
La cultura organizzativa influenza direttamente la volontà dei dipendenti di segnalare pericoli e potenziali cause incidentali senza temere ritorsioni dal punto di vista lavorativo. Questo è ciò che avviene nelle organizzazioni che adottano la cosiddetta “cultura della colpa”, ovvero ambienti di lavoro dovesi preferisce non segnalare problemi di sicurezza, guasti alle attrezzature o altri situazioni di pericolo per paura di essere rimproverati o sanzionati, di fatto impedendo di individuare tutti quei rischi remoti, legati all’organizzazione stessa, e di agire in modo proattivo. Le imprese che invece adottano una cultura della sicurezza positiva incoraggiano la comunicazione partecipativa e la segnalazione aperta di potenziali rischi, cogliendo nella cooperazione proattiva del team un’opportunità di miglioramento per tutto il sistema aziendale, piuttosto che un limite alla produttività.
3. Integrazione sinergica di sicurezza e salute nei processi aziendali
Una cultura organizzativa realmente solida e funzionale considera sicurezza e salute dei lavoratori temi centrali, fin dalla progettazione dei processi lavorativi. Il modo migliore per integrarle efficacemente nel sistema organizzativo dell’impresa è investire su formazione e apprendimento pratico, un’opportunità per i dipendenti di sviluppare la consapevolezza e le competenze necessarie per operare in sicurezza in cantiere e in luoghi di lavoro affini, oltre il semplice adempimento burocratico.
4. Fattori psicosociali e comportamentali
Una cultura organizzativa pressante, che impone ritmi eccessivi e gestisce male lo stress lavoro-correlato dei propri dipendenti, influisce direttamente sui fattori umani che possono portare all’infortunio dovuto a errori procedurali (stanchezza, distrazione, fretta). Sviluppare la cultura della sicurezza in azienda significa anche saper trasformare la tutela di questo valore chiave in una responsabilità condivisa da tutto il team di lavoro, che vede nel Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) una figura di intermediazione attiva ed efficace tra lavoratori e dirigenza.
Sicurezza Gestione di Namirial, il software per gestire e prevenire gli infortuni sul lavoro
Per rispondere con prontezza e professionalità agli obblighi di legge in materia di formazione sulla sicurezza sul lavoro, nonché supportare e gestire tutte le esigenze legate alla salute e alla sicurezza dei lavoratori in cantiere e alla prevenzione degli infortuni sul lavoro, è fondamentale affidarsi a soluzioni innovative come il software Sicurezza Gestione di Namirial.
Il software offre tutte le funzionalità necessarie per snellire i processi amministrativi e gestionali relativi agli obblighi per il datore di lavoro previsti dal D.Lgs 81/2008, ottimizzando le fasi di valutazione dei rischi, l’elaborazione e l’archiviazione documentale degli infortuni sul lavoro.
Le principali funzioni di Sicurezza Gestione:
- ampia scelta di tipologie di database per memorizzare e gestire i dati (MSAccess, MSSQL, Oracle, IBM DB2, MySQL, Interbase, Firebird, Sybase);
- implementazione di uno o più sistemi di gestione in ottemperanza alle normative (OHSAS 18001, SGSL UNI-INAIL, MOG D.Lgs.231/01, SGSA);
- possibilità di gestire i contratti con più aziende e/o con più sedi con le funzioni MULTI-AZIENDA e MULTI-SEDE;
- predisposizione di modulistica completa per SGSL e SGSA (politica, manuale, procedure, istruzioni operative);
- gestione multi-utenza dei profili d’accesso al programma e degli storici in archivio delle revisioni documentali;
- interoperabilità con altri software specializzati della famiglia Namirial, come Sicurezza Lavoro per la redazione di documenti importanti come il DVR e il DUVRI, e possibilità di aggiungere specifici moduli addizionali al programma base.
Con Sicurezza Gestione, parte della vasta gamma di soluzioni tecnologiche per l’edilizia di Namirial integrabile con percorsi di formazione tecnica, le aziende possono gestire ogni aspetto della sicurezza e della salute dei propri dipendenti, garantendo prontezza e trasparenza nella prevenzione attiva degli infortuni sul lavoro.








